Pagina:Boselli - Discorsi di guerra, 1917.djvu/199

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Concedete che salutando la gloriosa bandiera in nome dell’Italia, io rammenti di essere figlio di quella terra che vide nascere Cristoforo Colombo, figlio di quella città dove Colombo fanciullo intese del mare le prime confidenze rivelatrici. Concedetemi che con questo ricordo io beva ferventemente, cordialmente, con pienezza d’italianità, alla gloria di Wilson, del Congresso e del popolo degli Stati Uniti di America, che io beva alla sicura e giusta vittoria della nostra guerra, nostra per tutto ciò ch’è virtù delle anime nostre, per tutto ciò ch’è fede e promessa del nostro avvenire, per tutto ciò che deve formare nella pace della libertà un popolo solo di tutti i popoli civili.

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Dopo che gli Stati Uniti di America ebbero dichiarato la guerra alla Germania la Francia e l’Inghilterra inviavano in quello Stato delle Missioni diplomatiche straordinarie per rendere omaggio al Presidente Wilson e al popolo americano per l’atto generoso che dava alla guerra comune il più alto suggello di idealità. Altrettanto, se pure con qualche ritardo fece l’Italia inviando in detto Stato una Missione che fu presieduta da S. A. R. il Principe di Udine, cugino di S. M. il Re e composta dal Ministro dei Trasporti On. Arlotta, dal Sottosegretario di Stato per gli affari Esteri On. Borsarelli, dall’ex Ministro On. Ciuffelli, dal Senatore On. Marconi e dall’ex Ministro Nitti. La Missione fu ricevuta a Washington il 24 maggio 1917 dal Presidente Wilson, al quale S. A. R. il Principe di Udine consegnò il seguente messaggio di S. M. il Re.

«La Missione, della quale è a capo mio cugino il Principe di Udine, vi reca, insieme col mio cordiale saluto, il saluto fervidissimo di tutto il popolo italiano, che antichi vincoli di amicizia e di concorde attività sempre unirono a codesto libero, possente paese del quale

13 - Discorsi di guerra.