Pagina:Boselli - Discorsi di guerra, 1917.djvu/200

Da Wikisource.
180

tanti italiani conoscono l’ospitalità e serbano, tornando in patria, inestinguibile ricordo. La Vostra alta parola in nome della giustizia fra le nazioni, che è sembrata la parola stessa di Roma antica e immortale, commosse profondamente il cuore del popolo italiano che ne trasse più viva la fede in una umanità rinn vata e fatta mig iore. Informandosi ai medesimi principi, da Voi luminosamente proclamati, l’Italia entrò in guerra, a difesa del diritto nazionale violato e dell’umanità offesa, entrò in quella medesima guerra nella quale ora Voi portate, insieme con nuova luce morale, nuove forze di poderoso valore atte a far sicura la vittoria del diritto e della libertà e ad affrancare i mari dalla più iniqua delle barbarie.

L’Italia è scesa in campo mossa dalla sua fede nei diritti della civiltà, mossa dal suo dovere nazionale di redimere gli italiani oppressi da un dominio straniero che troppo a lungo e troppo implacabilmente volle togliere ad essi ogni soffio di vita italiana; l'Italia scese in campo per rivendicare e ristabilire le condizioni necessarie alla sua sicura e compiuta esistenza. Spunta l’alba di una nuova êra nella storia dell’umanità. Voi non solo proclamaste la giustizia della nostra guerra, ma già preannunziaste le garanzie di quella pace duratura, che deve raccogliere tutte le umane famiglie in nuovo consorzio, consacrato dal trionfo del diritto, dal progresso del sapere, dalla prosperità del lavoro.

La nazione Americana e la nazione Italiana hanno pari quei sentimenti, quegli intenti e quelle istituzioni, che caratterizzano e guarentiscono ai dì nostri la vita