Pagina:Boselli - Discorsi di guerra, 1917.djvu/260

Da Wikisource.
240


ziali, a lottare con fatti nuovi, i quali mutavano tratto tratto, e si incalzavano: e che le difficoltà affrontammo e, colla scorta della esperienza, le superammo in gran parte, avviandoci a quel periodo di sistemazione, nel quale ormai siamo entrati. (Commenti).

Ma, se i discorsi pronunciati in questa Camera plaudirono alla fondamentale opera del Governo, abbondarono in essi le critiche generiche; e dal numero dei ministri, da episodi non rari in qualsiasi Ministero e che furono, invece, rari in un Ministero composto di uomini di partiti diversi, e da non so quali debolezze di unità direttiva si trasse argomento per rivolgere al Ministero, che mi onoro di presiedere, l’accusa di minor prontezza, di minore energia, di minore efficacia di azione.

Ora posso altamente affermare, davanti a voi ed al Paese, che il pensiero elevato di tutti i miei colleghi e il loro sentimento patriottico valsero a mantenere una intimità operosa: e che ci trovammo sempre uniti per dare (e si diede) ogni impulso e ogni energia alla guerra: e che ci adoperammo per la pacificazione dei partiti in un solo volere. L’anima della guerra fu sempre vigile e operante del pari in tutti noi e solleciti, a tempo opportuno, provvedemmo adeguatamente ad ogni intento di militare vigoria.

Intanto la pacificazione dei partiti, per la quale mi accinsi all’arduo compito di formare e di presiedere il Ministero, si è suggellata nel Parlamento e si è estesa nella Nazione. (Commenti). Noi sentimmo la coscienza del Paese nella coscienza nostra: dicemmo al Paese austere parole sulla necessità dei sacrifizi, e il Paese rispose alle nostre austere parole con le sue sublimi virtù. (Bene!)