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Pagina:Boselli - Discorsi di guerra, 1917.djvu/94

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senza di noi, senza che ia forza delle nostre armi, la virtù dei nostri sacrifizi, la purità della nostra coscienza e la santità della nostra causa, ci dessero il diritto di parlare alto in mezzo a loro nel grande giorno in cui di tali destini sarà fatta ragione?

Io mando un saluto a Napoli. Lo mandai altre volte e tutte le volte che io mando il mio saluto a Napoli, parmi di ringiovanire, parmi che il mio saluto acquisti nuovo fervore. Mi par di ringiovanire perchè la perpetua giovinezza del pensiero italico, la perpetua giovinezza della nostra civiltà, che altrove si oscurò, in mezzo a voi non si è mai del tutto spenta. Ed infinitamente cresce ogni ora il mio fervore quando ammiro le opere della vostra carità e della vostra bontà. E crescere lo sentii ancora con vera commozione ammirando oggi i prodigi della vostra beneficenza patriottica. Egregi uomini presiedono queste vostre sante opere.

Ma come una benedizione di fiori, di carezze e di baci passano in esse le vostre donne napoletane, mirabili nel santuario della famiglia, ma non meno mirabili in ogni opera, dove il cuore palpita e si effonde; le donne napoletane, le quali nei tempi della tirannide salirono imperterrite i patiboli gloriosi: le donne napoletane, che, scrittrici nei tempi della preparazione del risorgimento napoletano mantennero viva la fiamma dell’italianità, le donne di Napoli, le quali sopportarono così stoicamente, così eroicamente la sventura nei tempi in cui i loro padri, mariti, fratelli, i loro figli gemevano nelle carceri e nelle galere borboniche; le donne di Napoli, che non solo hanno gli occhi luminosi, ma il cuore egualmente fervente di una inestinguibile fiamma di italianità. E con questo sa-