Pagina:Botta - Supplemento alla Storia d'Italia.djvu/103

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pabile, che Roma si dà in braccio ai suoi nemici naturali, che prende il partito peggiore di appoggiarsi ad una debole alleanza contro la Francia, natural protettrice dell’independenza del suo territorio, e contro la Spagna sola potenza che le sia amica.

Il linguaggio della ragione, e della sana politica non solamente non fa alcuna impressione, ma han deciso di non volere ascoltare neppure una parola, e ne hanno la medesima avversione, che gl’idropi all’acqua. Il terrore, la paura, il timore sono dissipati. Ognuno è persuaso che le armi romane-napolitane non solo si difenderanno, ma che riprenderanno con esse Ferrara, e Bologna. Si conta ancora molto sull’Imperatore, cui hanno mandato Monsignore Albani, partito questa mattina per andarsi ad imbarcare a Rimini per Trieste. Vi mando qui acclusa la lista stampata dei doni gratuiti per la guerra, che incominciano qui del medesimo gusto che a Napoli. Questi popoli che non sanno che cosa è la guerra, nè ciò che vi bisogna per farla, sono abbacinati ed infiammati d’inezie. Gli uomini di buon senso si nascondono onde non essere carcerati, e molestati come giacobini: così è necessario che la malattia abbia il suo corso. Si crede qui d’avere il segreto dell’odio del Direttorio per Roma nel trattato proposto, e che ciò che noi diciamo per calmare non sia che una cosa convenuta. Ciò che adesso si concederebbe, sarebbe riguardato come strappato alla debolezza, e come l’effetto del coraggio e della resistenza manifestata. Se noi diamo a tali persone dei vantaggi, le loro pretensioni si aumenteranno: e diverranno intrattabili.

Non si effettuerà certamente la minima condizione della tregua, se il Direttorio non abbia concordato un trattato definitivo di pace a loro arbitrio. Voi vedete come siamo spostati, e che sarebbe ora necessaria la pace coll’Imperatore, e la presa di Mantova per ricondurre alla ragione teste sì vive, senza lumi, e sì follemente esaltate. Non è da dubitarsi che tutte le condizioni dell’alleanza fra Roma, e Napoli non siano convenute ed accordate, e che non vi siano i progetti di far passare un’armata per la Romagna nel Ferrarese. Il piano dei