Pagina:Botta - Supplemento alla Storia d'Italia.djvu/107

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alli spiriti, onde opporre fanatismo a fanatismo e renderci amici quei popoli, che diversamente diverrebbero nostri accerrimi nemici. Troverete qui l’organizzazione della Legione lombarda. I colori nazionali che hanno adottato sono il verde, bianco, e rosso. Tra gli uffiziali ve ne sono molti Francesi, gli altri sono uffiziali Italiani, che da molti anni si battono con noi all’armata d’Italia. Il capo della brigata è un certo Lahoz milanese, stato ajutante di campo del generale Laharpe. L’avevo preso meco, ed è conosciuto dai Rappresentanti che sono stati all’armata d’Italia, nominatamente dal cittadino Ritter. Troverete quivi unito uno scritto dell’organizzazione che penso dare alla prima Legione italiana. Su tal proposito ho scritto ai Commissarj del governo, perchè i Deputati di Bologna, Modena, Reggio, e Ferrara si riuniscano in congresso: questo si farà il 23. Nulla tralascio di ciò che può dare energia a questa immensa popolazione, e volgere gli animi in nostro favore.

La Legione lombarda sarà pagata, vestita, equipaggiata dai Milanesi. Per far fronte a tale spesa sarà necessario autorizzarli a prendere l’argenterie delle chiese, che ascendono presso a poco a un milione. Troverete varie lettere con diverse postille del cittadino Cacault. Tutto dimostra che fra un mese grandi scosse soffrirà l’Italia. In questo tempo farà duopo aver concluso un’alleanza con Genova e col re di Sardegna. Forse farete ottimamente a concludere la pace col re di Napoli. Ho rinviato a Torino il cittadino Poussielgue per continuare la sua negoziazione, e gli ho detto di istruirvi direttamente da Torino dell’esito di questo secondo abboccamento. Procurate soprattutto che sia informato della nostra posizione attuale con Napoli. Sapete che ho 2,400 uomini di cavalleria napoletana, che faccio sorvegliare, ed il di cui spirito bisognerebbe guadagnare, se noi avremo ragioni più forti di diffidare di Napoli. Se agissero per parte loro nel medesimo tempo che gli Austriaci, e le altre potenze, ciò sarebbe per noi un aumento d’imbarazzo. Nel mese di termidoro, quando io mi dirigeva verso Brescia, meditava di farli arrestare, ma non l’osai. Il generale Serrurier mi scrive di Livorno che anche il Gran-