Pagina:Botta - Supplemento alla Storia d'Italia.djvu/134

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l’uso di tutte le nazioni, e questi ostaggi saranno i cittadini i più attaccati al Papa, ed i più grandi nemici del partito francese: con tal mezzo, il paese si organizzerà da sè, come Bologna. Io sequestrerò tutte le entrate della Romagna, e della Marca, per tenermi luogo di pagamento dei quindici milioni, conformemente all’armistizio. Io metterò in Ancona i 1500 uomini che tengo a Livorno, e cosi allontanerò quel corpo di nemici che sembra combinarsi con la posizione d’Alvinzi a Padova; e l’ordine che l’Imperatore ha dato a Wurmser; e troverò dei danari per l’armata.

Se tardo alcuni giorni l’esecuzione di questo progetto, avviene, 1. perchè bisogna lasciar trascorrere alcuni giorni, onde l’impressione fatta su i Veneziani dall’occupazione di Bergamo sia interamente distrutta, 2. perchè bisogna che mi assicuri che i soccorsi che mi annunziate, siano in viaggio, e siano veramente per arrivare. Voi capite bene che mi bisognano; almeno tre mila uomini per andare fino ad Ancona, che è distante quaranta leghe da Bologna. Se i dieci mila uomini di soccorso dell’Oceano, ed i dieci mila del Reno che voi mi annunziate da sì gran tempo, arriveranno alla fine, io prenderò sei mila uomini per andare a Roma. Voi comprendete quanto in tutte queste ipotesi, è essenziale d’avere sempre per ostaggi i tre mila Napoletani, che terranno in rispetto la corte di Napoli, che d’altronde per quanto sono assicurato, comincia di già a disarmare. Questa ancora è una ragione per la quale ritardo per alcuni giorni la mia operazione.

Il cittadino Poussielgue mi ha reso conto in particolare dell’esito della negoziazione con Turino. Sembra che quei popoli non possano accostumarsi al nuovo stato di cose. Il nuovo Re mette ordine nelle sue finanze, si cattiva i suoi sudditi, ed io non dubito che egli speri, con la continuazione della guerra, poter di nuovo tentare la fortuna. Credo che la nostra politica verso questo Principe debba consistere nel mantenere sempre presso lui un fermento di malcontento, e soprattutto di ben assicurarsi della distruzione delle fortezze dalla parte dell’Alpi.