Pagina:Botta - Supplemento alla Storia d'Italia.djvu/153

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dimenticare, che io ho offerto la pace offìcialmente, e che questa Corte sdegna di fare per iscritto la minima risposta, senza temere la conseguenza di trovarsi a questo modo impegnata? Fino a che il Papa sarà lontano da ogni idea di saggezza relativamente alla Repubblica francese, non permetterà al suo Gabinetto neanche di rispondere alla mia nota, la quale nondimeno è stringente, presentata a nome del Direttorio, e vostro: non vi è nulla a fare; si è andati al di là di ogni misura. Ci siamo abbandonati ai nostri nemici, ed essi si sono persuasi, che dando tempo agli avvenimenti, potranno ripigliar Bologna, e Ferrara, non pagar nulla di ciò che fu convenuto nell’armistizio, e tenerci nella stessa separazione politica, nella quale sono i Protestanti. Io che potrò mai fare quando si mostra tanta ostinazione a non rispondere alla mia nota? E per qual altro mezzo si potrà riuscire presso un Sovrano che si mette al di sopra delle più semplici convenienze verso la Francia? In simili circostanze la continuazione del mio soggiorno qui, in qualità d’uomo pubblico, che se ne possa dire, è senza dignità. L’onore è offeso rimanendo sì lungo tempo, senza poter nulla rispondere, esposto a beffe, ed ingiurie; e rimaner testimone de’ torti fatti alla Repubblica.

Io ho preservato la mia persona dagl’insulti, e dalle soperchierie mettendo un’attenzione indefessa a scansarne le occasioni; ma in tutto ciò che riguarda la nazione non posso né ignorare le offese, né esservi insensibile; la continuazione della nostra pazienza conturba l’anima, e spinge all’inconsiderazione. Io desidererei di essere autorizzato a partir di Roma, di andare a Livorno, a Bologna, a Ferrara, a Modena, e sino al quartier generale per conferir con voi; la rottura non andrebbe al di là di quel che è al presente; partendomene senza rumore, o minaccia, potrei continuare a corrispondere con questo Governo sopra i piccoli oggetti correnti, ed ordinarj. Dopo aver preso nel mio viaggio conoscenza dei paesi da noi conquistati, e dopo che voi mi avrete comunicato i vostri lumi, ritornerò al mio posto che mi è destinato in Firenze, dove potrei con la convenevole di-