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Dal Quartier Generale di Trieste, li 11 fiorile anno 5

(30 Aprile 1797)


XCIII - Al Direttorio esecutivo.


Sono partito, due giorni sono da Gratz, dopo avere parlato col M. del Gallo, il quale, ritornando da Vienna, mi ha fatto vedere i preliminari della pace che abbiamo concluso, ratificati dall’Imperatore secondo le forme ordinarie. Mi ha detto 1. Che l’Imperatore allontanerebbe gli emigrati, e che il corpo di Condè non sarebbe più al suo soldo.

2. Che l’Imperatore desidererebbe trattare la sua pace particolare al più presto possibile, ed in Italia. Il luogo del congresso sarà Brescia.

3. Che la pace dell’Impero poteva trattarsi a Costanza, o in qualche altra Città di questa classe.

4. Che alla sola pace dell’Impero si chiamerebbero gli Alleati, che non saranno chiamati alla pace particolare.

5. Che l’Imperatore avea già dato delle facoltà per trattare la pace definitiva; e il M. del Gallo mi ha su questo interpellato per sapere se il Generale Clarke aveva delle facoltà. Ho detto che bisognava prima di tutto attendere i vostri ordini.

6. Finalmente che la corte di Vienna è di buona fede e desidera stringere con tutti i modi il suo sistema politico con quello della Francia, e che il Direttorio esecutivo troverebbe in quello dell’Imperatore un gabinetto di buona fede, e che opera rettamente. Il ministro d’Inghilterra a Vienna si è adirato fortemente con M. Thugut: sembra che gl’Inglesi abbiano preso la cosa altamente, ed accusano l’Imperatore di mala fede.