Pagina:Botta - Supplemento alla Storia d'Italia.djvu/234

Da Wikisource.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

230


Passeriano, 27 fruttidoro anno 5 (13 Settembre 1797)


CXII - Al Ministro delle relazioni Estere.


Il M. del Gallo jeri è venuto a trovarmi; e mi ha detto che il Generale Meerweldt partiva questa mattina per Vienna, per decidere quella Corte a farci una risposta categorica, e a rovesciare Thugut, o forzarlo, suo malgrado, a far la pace, ch’egli aveva scritto a quest’oggetto all’Imperatrice, e posto in azione i suoi piccoli intrighi di Corte.

Siamo convenuti, che se l’Imperatore in esecuzione dell’articolo 4 de’ preliminari riconoscesse i nostri limiti costituzionali, i quali presso a poco sono quelli del Reno; se di buona fede egli facesse tutti i suoi sforzi per metterci in possesso di Magonza, noi lo metteremo dal canto nostro in possesso di Venezia, e della sponda dell’Adige. Esso non entrerebbe in possesso di Palmanova, d’Osopo ec. che quando noi fossimo tra le mura di Magonza. Durante i dieci o dodici giorni che son necessarj per aver la risposta da Vienna, le negoziazioni cadranno poco men che in languore.




Parigi, 30 fruttidoro anno 5 (16 Settembre 1797)


CXIII - Al General Bonaparte.


Il Direttorio cisalpino ha già reclamato il vostro intervento per ottenere il rimborso de’ crediti della innanzi così detta Lombardia su la casa d’Austria. Sembra che questi crediti si elevino ad alcune centinaja di milioni: queste sono l’espressioni del cittadino Visconti. Voi sentite quanto sarebbe importante per la nuova Repubblica la ricognizione d’un debito cosi considerabile. Il Direttorio esecutivo vedrebbe con piacere, che vi fosse possibile di proporre, nelle negoziazioni, i reclami della Repubblica cisalpina, e di sostenerli efficacemen-