Pagina:Botta - Supplemento alla Storia d'Italia.djvu/253

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re di 6,000 uomini di truppe francesi le guarnigioni del Piemonte, e della Lombardia.

8. Il desiderio della pace, che ha tutta la Repubblica, desiderio che si manifesta anche nei soldati, i quali si batterebbero, ma che vedrebbero con maggior piacere i loro focolari, da cui sono assenti da molti anni, e l’allontanamento dei quali non sarebbe buono che per istabilire un governo militare.

9. L’inconvenienza di porre in pericolo vantaggi che son certi, ed il sangue francese, per popoli poco degni, poco amanti della libertà, i quali per carattere, per abitudine, e per relazione ci odiano profondamente.

La città di Venezia racchiude, egli è vero 300 patriotti; ma i loro interessi saranno stipulati nel trattato, ed essi saranno eccellenti nella Cisalpina. Il desiderio di alcune centinaja d’uomini non vale la morte di 20,000 Francesi.

10. Infine la guerra con l’Inghilterra ci aprirà un campo di attività più vasto, più essenziale, e più bello. Il Popolo inglese val più del Popolo veneziano, e la sua liberazione consoliderà per sempre la libertà, e la felicità della Francia, o se noi obbligheremo questo governo alla pace, il nostro commercio, i vantaggi che le procureremo ne’ due mondi, saranno un gran passo verso la consolidazione della libertà, e della felicità pubblica.

Se in tutti questi calcoli io mi sono ingannato, il mio cuore è puro, le mie intenzioni son rette; ho fatto tacere l’interesse della mia gloria, della mia vanità, della mia ambizione; non ho avuto innanzi gli occhi che la patria, ed il governo; ho corrisposto di una maniera degna di me alla fiducia illimitata, che il Direttorio si è compiaciuto accordarmi da due anni. Io credo di aver fatto lo stesso che ciascun membro del Direttorio avrebbe fatto trovandosi nel mio luogo.

Ho meritato co’ miei servigj l’approvazione del governo, e della nazione; ho ricevuta i segni reiterati della sua stima. Non mi resta altro che a rientrar nella folla, a ripigliare il vomero di Cincinnato, e dar l’esempio del rispetto dovuto a’ magistrati, e dell’avversione al regime