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Dal Quartier Generale di Tortona, 26 Pratile anno 4

(14 Giugno 1796)


XXI - Al Senato della Repubblica di Genova.


La Città di Genova è il luogo, donde partono gli uomini scellerati che sulle pubbliche strade assassinano i Francesi, e sorprendono i nostri carriaggi. Muovono da Genova gli eccitamenti alla sedizione nei Feudi imperiali. Un Girola, che soggiorna in codesta Città, vi ha pubblicamente mandato munizioni da guerra, ed ogni giorno accoglie i capi degli assassini, lordi ancora di sangue francese. Questi orribili fatti succedono in parte sul territorio della Repubblica di Genova, nè la Signoria pensa in modo alcuno a porvi riparo; anzi pare che essa, col tacere e col dare asilo agli assassini, approvi le loro scelleratezze. Guai ai Comuni, dove si approva o si tollera che si commettano questi misfatti, e si sparga il sangue francese per opra degli assassini! Io voglio assolutamente che tanto male abbia fine, e che gli uomini, i quali proteggono gli assassini, sieno severissimamente puniti. Il Governatore di Novi è un di coloro che gli protegge: puniscasi dunque, e serva altrui d’esempio la di lui punizione. Girola, per opra del quale è Genova divenuta una piazza d’armi contro i Francesi, sia tosto arrestato, o almen cacciato della città. Queste soddisfazioni, da darsi incontanente, sono dovute alle ombre de’ miei commilitoni, scannati sul vostro territorio. Quanto poi all’avvenire, io richiedo da voi una dichiarazion precisa. Potete voi o no sbrattare il territorio della Repubblica degli assassini, ond’è ripieno? Se a tal fine non prendete voi i necessarj provvedimenti ben io gli prenderò: farò ardere le città e le terre dove sarà ucciso un Francese. Arder pure farò le case tutte in cui gli assassini troveranno asilo; punirò i magistrati che trasgredissero la prima base della neutralità, col dare asilo ai masnadieri. La uccisione di un Francese condurrà in guai le comunità intiere che non lo avessero protetto.

La Repubblica francese osserverà fedelmente i princi-