Pagina:Breve cenno della eruzione vesuviana del maggio 1855.djvu/11

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suo non ultimo lavoro, relativo alla influenza della eruzione vulcanica sulla vita degli animali.

Finalmente nel suddetto Osservatorio e sue vicinanze videsi compiuto il voto da lungo tempo fatto, per cui il fisico ha potuto esplorare, e calcolare l’emanazioni termometriche, elettriche, e magnetiche, e quant’altro ne dipende, e si associa: nella quale circostanza venne ammirata la penetrazione del ch.mo Giulio Schmidt, astronomo dell’Osservatorio di Olmutz, giustamente stimato dal dotto Pubblico, e coltivato con tutte le gentili maniere dal nostro Professore, e Direttore Palmieri. Solerti fitologi neppure mancarono per altre osservazioni, e le piante erbacee offerirono pure dei fatti da meritare l’attenzione dei naturalisti. Dal sapiente della Reale Accademia di Berlino, Barone Humboldt1, ornamento della Corona del dotto Guglielmo IV Re di Prussia, aspettiamo ora, quanto sarà per pronunziare di questa scientifica vesuviana eruzione nel bel mezzo degl’istruiti, ed addottrinati, che alacremente attendono a dilucidare, e spie-

  1. Siami concesso con gratitudine ricordare la graziosa accoglienza fattami nella Reale Biblioteca Borbonica nel 1822, quando da Monsignore Scotti (di s. m.) venni presentato a questo Genio Scientifico del nostro secolo. Egli in quell’epoca accompagnando il suo Re in Napoli, volle ripetere la misura del Vesuvio, fatta 13 anni prima con Gay-Lussac, e Leopoldo di Buch. Anche il prelodato suo Sovrano ai 25 novembre 1822 cogli Augusti Figli vi si condussero, e saliti sino alla sommità del vulcano ne contemplarono l’ampiezza, ed esaminarono diligentemente le materie da esso eruttate. Senza poi parlare delle interessanti visite fatte al Reale Museo Borbonico, a Pompei, a Pozzuoli, ec. rammentare qui dobbiamo l’elegante, e dottissima Memoria sulle Eruzioni del Vesuvio dai Tempi di Tito sino al 1822, che con premura sentimmo pronunziare dal Ch.mo Com.re Poli (di o. m.) nel Reale Istituto d’Incoraggiamento, dove Humboldt giunse in sul finire della lettura, la quale venne replicata ad onore del Plinio di Prussia.