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sono ancora quei monti che sono sprofondati prima che sorgessero dal fondo del mare le Alpi e le Ande, ecc.»
Non si scosta di molto dal precedente il celebre fisico Oliver Lodge, allorchè dice (Proceedings S. P. R., VI, 464), che si può evitare l’ipotesi dello spiritismo, se si ammette una quarta dimensione dello spazio o l’onnipresenza del tempo. Come i paesi che noi vediamo viaggiando in ferrovia esistevano già prima ed esisteranno anche dopo, così gli avvenimenti; il passato ed il futuro sono ancora e già presenti. (Ricorda l’antico Parmenide: οὔ ποτʹ ἔηδʹν οὐἵ ἔσται, ἐπεὶ νῦν ἔστιν ὁμοῦ πᾶν, ἕν συνεχές).
Poi c’è l’ipotesi dell’Hartmann (Spiritismus, p. 78-79): tutte le anime individuali hanno la loro radice comune nella natura, cioè nell’incosciente assoluto, e quindi possono, se un forte interesse le spinge, mettersi in rapporto fra loro, e, in certa guisa, telefonare; sicchè quello che l’una sa, tutte possono sapere. Anzi, più direttamente, siccome l’anima individuale ha le sue radici nell’incosciente assoluto, che sa tutto, così l’incosciente del medio può saper tutto; ergo, qualunque cosa verificabile e ignota a tutti possa dire o scrivere il supposto defunto, questa cosa si potrà sempre attribuire all’incosciente del medio. L’ipotesi dell’Hartmann è semplicissima; o almeno per trovarla tale basta capire: 1° che la sola filosofia vera è il monismo, ossia la dottrina che il mondo è tutto composto d’una sola sostanza; 2° che il solo monismo vero è il panteismo, ossia che la sostanza di tutte le cose è un’intelligenza; 3° che fra i vari panteismi il solo vero è quello