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aveva bisogno di modelli; almeno così dice Platone, che a questi modelli dava il nome di idee. Ora ammettiamo pure l’onnipotenza dell’immagine di cosa desiderata da certe persone, dai medii. Ma quest’onnipotenza è impossibile quando quest’immagine non c’è. Per produrre il fantasma di un defunto, il pensiero di un medio deve avere, se non la scienza cosciente o incosciente del modo di produrlo, almeno un’immagine del fantasma da produrre; ma quest’immagine suppone un modello, che è il defunto; dove prende l’immagine quando il modello non c’è più? Qui bisogna distinguere tre casi:
Quando nessuno dei presenti riconosce il fantasma, si dirà che può non esser il fantasma di un defunto, e l’immagine può essersi prodotta senza modello reale, può essere inventata, creata dal medio stesso; senza contare che potrebbe anche trattarsi del fantasma di un vivente.
Quando poi il medio o qualcuno degli astanti lo riconosce, allora si dirà che il medio prende l’immagine dalla memoria presente o latente sua o degli astanti. Ciò si dirà, per esempio, dei miei defunti, che vennero ad abbracciarmi. Il medio li vide; ne descrisse uno; ebbe i sintomi della malattia che aveva condotto a morte l’altro; e non aveva mai veduto nè udito parlare di alcuno dei due. Li avrà veduti nella mia memoria. Ma anch’io li ho sentiti abbracciarmi, baciarmi, parlarmi. Per chi trova incredibili queste cose, le mie sensazioni saranno state allucinazioni prodotte in me di rimbalzo (come dice il Lombroso) dalla forza psichica del medio; ma per me