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che ve ne sono di occulte, perchè alcune di quelle che ora sono note, erano occulte una volta. «Il y a trois cents ans, dice il Richet, l’électricité était une force occulte. La chimie a été une science occulte et elle s’appellait l’alchimie; et il n’y a pas plus de vingt ans que le magnétisme animal a cessé d’être une science occulte». E a quel che dice il Richet sull’elettricità aggiungete questo, che, poco prima della scoperta della pila di Volta, il Coulomb, fisico valentissimo, diceva: «in elettricità non c’è più niente da scoprire». E non solo delle forze e leggi occulte ce ne possono essere; ma ce ne devono essere; perchè con quelle che conosciamo finora non possiamo spiegare che ben poco di quello che vediamo. E, non conoscendo tutte le leggi di natura, non possiamo nemmeno sapere se ne conosciamo novantanove centesimi o un solo centesimo. Dunque non bisogna introdurre nella scienza questo principio che in natura tutto è possibile, ma solo ammettere che, data la nostra immensa ignoranza, per noi tutto è possibile1. Ora che, da quel solito pedante ch’io sono, ho voluto trovare la formola giusta della possibilità, non mi sembra
- ↑ Il prof. Sidgwick ha pubblicato nei Proceedings S. P. R. un buon capitolo sui criterj della verità nelle ricerche psichiche, che si può riassumer così: In questo campo (scil, della psicologia occulta) la difficoltà deriva dal fatto che si tratta di valutare un’improbabilità dipendente da un rapporto fra due termini, di cui non ne conosciamo che uno. Un miracolo, (se per miracolo intendiamo una cosa interamente diversa da quella parte di esperienza che finora fu raccolta, trasmessa e ordinata, e perciò interamente nuova e strana) non è certamente impossibile; ma è certamente improbabile. Quanta è questa improbabilità? la sua improbabilità dipende dalla proporzione fra ciò che sappiamo della natura e ciò che resta a sapere; proporzione che non possiamo determinare, perchè appunto non conosciamo il secondo termine.