Pagina:Bruno - Cena de le ceneri.djvu/113

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dialogo quarto 99

più tosto riferir le cose secondo la verità, che secondo l’occasione e comodità. Come, quando il sapiente disse, nasce il sole e tramonta, gira per il mezzo giorno, e s’inchina a l’aquilone, avesse detto: la terra si raggira a l’oriente, e si tralascia il sole, che tramonte, s’inchina a’ doi tropici del cancro verso l’austro, e Capricorno verso l’aquilone, sarebbono fermati gli auditori a considerare, come costui dice la terra muoversi? che novelle son queste? l’arebbono al fine stimato un pazzo, e sarebbe stato da dovero un pazzo. Pure per satisfare a l’importunità di qualche rabbino impaziente e rigoroso, vorrei sapere, se col favore de la medesma scrittura questo, che diciamo, si possa confirmare facilissimamente.

Teo. Vogliono forse questi riverendi, che, quando Mosè disse, che Dio tra gli altri luminari ne ha fatti dui grandi, che sono il sole e la luna, questo si debba intendere assolutamente, perchè tutti gli altri siino minori de la luna? o veramente secondo il senso volgare ed ordinario modo di comprendere e parlare? Non sono tanti astri più grandi, che la luna? non possono essere più grandi, che il sole? Che manca alla terra, che non sii un luminare più bello e più grande che la luna, che, medesmamente ricevendo nel corpo dell’Oceano ed altri mediterranei mari il gran splendore del sole, può comparir lucidissimo corpo a gli altri mondi chiamati astri, non meno che quelli appajono a’ noi tante lampeggianti faci? Certo che non chiami la terra un luminare grande o piccolo, e che tali dica essere il sole e la luna, é stato bene e veramente detto nel suo grado; perchè dovea farsi intendere secondo le parole e sentimenti comuni, e non far come uno, che qual pazzo e stolto usa de la cognizione e sapienza. Parlare con i termini de la