Pagina:Buonarroti, Michelangelo – Rime, 1960 – BEIC 1775670.djvu/88

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82 rime (151)


151

 
     Non ha l’ottimo artista alcun concetto
c’un marmo solo in sé non circonscriva
col suo superchio, e solo a quello arriva
la man che ubbidisce all’intelletto.
     Il mal ch’io fuggo, e ’l ben ch’io mi prometto,5
in te, donna leggiadra, altera e diva,
tal si nasconde; e perch’io più non viva,
contraria ho l’arte al disïato effetto.
     Amor dunque non ha, né tua beltate
o durezza o fortuna o gran disdegno10
del mio mal colpa, o mio destino o sorte;
     se dentro del tuo cor morte e pietate
porti in un tempo, e che ’l mio basso ingegno
non sappia, ardendo, trarne altro che morte.


152

 
     Sì come per levar, donna, si pone
in pietra alpestra e dura
una viva figura,
che là più cresce u’ più la pietra scema;
tal alcun’opre buone,5
per l’alma che pur trema,
cela il superchio della propria carne
co’ l’inculta sua cruda e dura scorza.
Tu pur dalle mie streme
parti puo’ sol levarne,10
ch’in me non è di me voler né forza.