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(154) rime 83


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     Non pur d’argento o d’oro
vinto dal foco esser po’ piena aspetta,
vota d’opra prefetta,
la forma, che sol fratta il tragge fora;
tal io, col foco ancora5
d’amor dentro ristoro
il desir voto di beltà infinita,
di coste’ ch’i’ adoro,
anima e cor della mie fragil vita.
Alta donna e gradita10
in me discende per sì brevi spazi,
c’a trarla fuor convien mi rompa e strazi.


154

 
     Tanto sopra me stesso
mi fai, donna, salire,
che non ch’i’ ’l possa dire,
nol so pensar, perch’io non son più desso.
Dunche, perché più spesso,5
se l’alie tuo mi presti,
non m’alzo e volo al tuo leggiadro viso,
e che con teco resti,
se dal ciel n’è concesso
ascender col mortale in paradiso?10
Se non ch’i’ sia diviso
dall’alma per tuo grazia, e che quest’una
fugga teco suo morte, è mie fortuna.