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Pagina:Buonarroti, Michelangelo – Rime, 1960 – BEIC 1775670.djvu/93

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(162) rime 87


161

 
     Per qual mordace lima
discresce e manca ognor tuo stanca spoglia,
anima inferma? or quando fie ti scioglia
da quella il tempo, e torni ov’eri, in cielo,
candida e lieta prima,5
deposto il periglioso e mortal velo?
C’ancor ch’i’ cangi ’l pelo
per gli ultim’anni e corti,
cangiar non posso il vecchio mie antico uso,
che con più giorni più mi sforza e preme.10
Amore, a te nol celo,
ch’i’ porto invidia a’ morti,
sbigottito e confuso,
sì di sé meco l’alma trema e teme.
Signor, nell’ore streme,15
stendi ver’ me le tuo pietose braccia,
tomm’a me stesso e famm’un che ti piaccia.


162

 
     Ora in sul destro, ora in sul manco piede
variando, cerco della mie salute.
Fra ’l vizio e la virtute
il cor confuso mi travaglia e stanca,
come chi ’l ciel non vede,5
che per ogni sentier si perde e manca.
Porgo la carta bianca
a’ vostri sacri inchiostri,
c’amor mi sganni e pietà ’l ver ne scriva:
che l’alma, da sé franca,10
non pieghi agli error nostri
mie breve resto, e che men cieco viva.