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e in fine individui d'età matura dai 35 ai 50 anni: due soli fra li attaccati erano oltre i 60 anni. Maggior fu il numero dei malati fra li uomini che fra 1e donne, delle quali non risparmiò nè le gravide, nè le lattanti. Quanto alle professioni percosse indistintamente agricultori, tessitori, artigiani ed agiati. Ma se non guardò alle condizioni personali, parve prediligesse certe località; così, per atto d'esempio, fece strage in Savico1.

Fu osservato che malatie di questo genere molto simili alla ricordata sotto il 1587, si manifestano presso di noi al rinovarsi delle alterazioni atmosferiche, e segnatamente quando l'aria durata a lungo asciutta si muta quasi d'un tratto per abondante pioggia in umida e fredda.

Il cholera del 1854 colpì in Busto 96 persone, tra cui si ebbero 18 guariti e 78 morti. Quello dell'anno successivo infierì assai più, e sopra una popolazione di 12,120 anime presentò 221 casi, 90 guarigioni e 131 morti. Il primo ad essere colpito fu un certo Pietro Candiani d'anni 17 già calzolajo, ed in allora girovago venditore di gelati. Dopo avere imperversato per più di otto giorni nelle cascine, il morbo asiatico si sviluppò a poco a poco anche nel paese ora in questo, ora in quel quartiere fino a che divenne generale2.

Le speranze d'Italia, ridestatesi allorchè il Piemonte

  1. La ricerca della causa del morbo, il metodo della cura e le norme che al verificarsi di consimili casi valgano a sviarne il pernicioso effetto, si possono leggere nella Relazione di un'epidemia che si osservò in Busto Arsizio nel 1852 dal testé nominato dottor fisico, inserta negli Annali Universali di Medicina (genajo del 1853).
  2. Era direttore dell'ospitale il dottor fisico Angelo Lualdi che vi era stato nominato fin dal 1852. Continuò in tale carica con molto zelo ed intelligenza per otto anni consecutivi.