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esso, sta sospesa ad un serpente di bronzo una lampada d’egual metallo. La costituiscono tre puttini pure di bronzo fuso di un sol pezzo, specie di basso rilievo, i quali sostengono una corona di fiori cesellata con naturalezza su ’l finire dello scorso secolo da un artefice di cui ignorasi il nome; e fu donata al tempio con l’espressa condizione che vi debba continuamente essere esposta: nel caso contrario s’abbia a consegnare alla catedrale di S. Gaudenzio di Novara dove si trovano sei candelabri del medesimo fabro. Il pavimento a scagliola, come vedesi oggidì, fu incominciato nel 1859.

Ma il più prezioso ornamento di questo tempio è una vasta composizione posta sopra la parete dietro l’altare maggiore, ricchissima d’intagli in legno dorato, divisa in compartimenti che incorniciano varj dipinti di Gaudenzio Ferrari1. Il suggetto precipuo è nel campo centrale di forma arcuata e rappresenta l’Assunta su le nubi cinta da un leggiadrissimo gruppo di angioletti; al di sotto si vedono i dodici apostoli che estatici ammirano il prodigio. I due riparti laterali pure arcuati contengono le figure intiere di S. Giovanni Battista e di San Michele, e al disopra di queste sono effigiati a mezza figura S. Girolamo nel deserto e S. Francesco. Nel timpano del frontone sta il Padre Eterno ritratto con divina maestà di concetto. Nella zona inferiore sono dipinte in varj quadretti figure di piccolissima dimensione che rappresentano alcuni fatti della vita della B. V. Considerati questi dipinti ad uno ad uno, hanno già da sè per vivacità

  1. Di Bernardino Luino, che fu uno de’ maestri di Gaudenzio Ferrari, esiste nella chiesa patronale di Legnano un quadro di sì rara bellezza che alcuni inglesi, pochi anni or sono, offrirono a quel Commune per la cessione di esso più di mezzo millione.