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tuttavia in vigore su la fine del secolo XII1. Una ricca e pia donna della terra di Velate presso Varese, chiamata Biriana, nel donare alla chiesa del Sacro Monte la sustanza ereditata dal marito, diede la libertà ad un servo e ad un’ancella (Così in una pergamena del 1184, 21 di luglio, spettante al monastero del Monte sopra Varese).

Dopo la pace di Costanza2 avvenuta nel 1183, le terre lombarde, divise già in contadi rurali, borgate, signorie e castelli, incominciarono a regolarsi indipendentemente dalle città. Imitandosi a vicenda nella forma di governo, almeno riguardo alle magistrature, richiamarono coll’appellazione di consoli un’idea romana, e colla parola podestà convertirono un’idea astratta in un titolo meramente personale. Di quì poi sorse l’autonomia, o libertà de’ Communi, che fu la condizione di quasi tutta l’Italia dalla seconda metà del sec. XII al XVI.

Uno de’ primi atti, donde si manifesta il reggimento a commune in una terra poco distante da Busto, è una dichiarazione del 1198, per la quale i massai dell’arcipretura della chiesa sopra il Monte di Varese furono sciolti dall’obligo di concorrere co’l commune di Velate a sostenere il peso delle publiche imposte.

Busto, che fin d’allora era una terra considerevole, non fu però delle prime ad accettare la forma del go-

  1. Un altro motivo, che induceva i signori a dare la libertà ai servi, era una legge la quale proibiva di venderli fuori del loro territorio. La pratica del codice romano di indicare lo stato de’ servi quando si vendevano, scorgesi ancora in vigore nel secolo XI. In un atto del 27 di maggio del 1023, vendendosi una serva, si dichiara, che è italiana di nazione, e sana di mente e di corpo.
  2. Il Congresso di Pontida, la Battaglia di Legnano, e la Pace di Costanza, aspettano insieme un degno epico che le illustri.