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alcuna via di scampo, nè meno con una disperata difesa, risolvettero di mandare allo Sforza ambasciatori che offerissero la resa. Avendo il Conte accettato, il castellano consegnò nelle di lui mani le chiavi del castello, e parecchi nobili che vi dimoravano si dichiararono a lui devoti. Pago il vincitore di quest’atto di sommissione, vi lasciò a guarentigia un presidio di soldati. Ciò per altro fu un mero effetto della necessità giacchè rimane una relazione di vive pratiche tenute nel 1449 dai borghigiani per la cessione di Busto alla republica di Milano (Doc. N. 4). Se i Bustesi poi fossero in ciò tutti d'accordo, lo chiarisce una grida del 27 di aprile, segnata da Giovanni d'Ossona e dal celebre Decembrio, ove, tra molti altri, leggonsi i nomi dei ribelli alla Communità di Milano, per essersi opposti alla restituzione di Busto1. Questi erano Giovanni Crivelli detto il Pignatta, Giorgio Crivelli figlio del fu signor Bartolomeo, Paolo Lampugnano detto l'Astolfetto, Tomaso Lampugnano del fu Giovanni, Asmeto de'Galazii e suo figlio Giovannolo, e persino il podestà stesso di Busto, Jacopo de'Trecchi.

E qui mi piace addurre alcuni particolari di quanto avvenne nelle vicinanze del nostro borgo durante la tregua conchiusa tra i Milanesi e gli Sforzeschi, publicata in

  1. Ecco la grida:
    MCCCCXLVIIII DIE XXVII APRILIS.

    De comandamento de li illustri capitanei et defensori de la libertate, ecc. Si fa crida et avvisamento che qualuncha persona de quale grado e stato e condicione voglia se sia habia o sapia dove sia beni mobili e immobili de li infrascritti quali sono rebelli de la excelsa comunitate de Milano li presenta havendoli presso de se o gli notifica fra tri dì a li sindici de la prefata comunità sotto pena de la forca. El nome de quali rebelli sono questi (V. sopra). Notificando che ciascuno subdito de questa comunità sia ove si voglia che darà recepto o favore alcuno cadarà in quella medesima pena.