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ogni giorno dodici uomini armati, otto archibugieri e quattro picchieri per ogni porta, tanto di notte, quanto di giorno, i quali fossero vigilantissimi ai soprastanti e sopravegnenti pericoli con quattro uomini di ronda, i quali vigilassero alle guardie communi e private, ed alli tradimenti di questi untaroli; acciò, trovandosi persona non conosciuta e fugitiva, subito si dasse a campana e martello e all'arma per farli prigioni. Oltre che, di sopra la diligenza data, il signor capitano Gio. Batt. Ferrano, uomo perito nell'arme e in guerra, da tutte le ore di notte secretamente sopravigilava alle guardie e sentinelle onde non si dassero all'ozio ed al sonno1. Se per caso avesse trovato qualche mancamento nelle vigilie e custodie era molto risentito, ma nessuno ardiva di mancare dell'officio loro, perchè aspettavano sempre il castigo. Molti ne ha tenuti carcerati lungo tempo con boghe (buove) ai piedi, oltre la multa pecuniaria; e perciò il tutto passava con bell'ordine e sicurezza.

„ Fu dato ordine ancora che tutti quelli avevano usci intorno al Refosso che guardassero fuori della terra, li avessero d'inchiodare e tenerli serrali sotto pena di dieci scudi e, in caso d'inabilità, di tre squassi di corda in piazza publica. E tutti di casata in casata facevano guardia la sua giornata: il che continuò per molti mesi.

  1. Nella sacristia della chiesa di S. Michele veggonsi due quadri di quasi nessun merito artistico, di cui l'uno rappresenta molte capanne di paglia sotto le quali ricoveravansi in que'tempi così i sani, per mancanza di case, come li affetti di peste; e l'altro una parte del borgo da cui appare il modo singolare di costruzione d'alcune case d'allora. Dinanzi a queste trovansi parecchi borghigiani in atto di ascoltare e ricevere ordini da una persona influente, la quale appunto il è capitano Ferrario, di cui leggesi il nome suo istesso su la lapide sepolcrale di mezzo al portico del Cimiterio.