Pagina:Caccia di Diana.djvu/37

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Era il girfalco in parte più sublima
     Di quella assai, e riferita lei,
     La pinse in parte vie troppo più ima.
Poi ritornato ancor sopra costei,
     In sul groppone i forti artigli fisse,
     E giù discese in piè con esso lei.
Presa la preda, Caterina sfisse
     I sanguinosi unghioni, lui pascendo,
     Allegra in sè delle passate risse.
In questo mezzo Verdella vedendo
     Levati più malardi, lasciò gire
     Il suo falcon con l’occhio lui seguendo:
E’ cominciò quanto potè a fuggire,
     Poi rivoltato in giù, veloce venne,
     Ed un per forza ne corse a ferire;
Non gli rimase in sulla schiena penne
     Nè pelle che non fosse lanïata,
     E con gli unghion fortemente il ritenne;
Tirollo giù, senza far ritornata
     In su per più ferir, perchè già morto
     L’aveva pur nella prima calata.
Verdella corse là con atto accorto,
     Riprese quello e recollosi in mano,
     E a cintola il malardo s’ha attorto.
La Lucciola e Giovannola nel piano,
     Sopra un braccio del chiaro ruscelletto,
     Tese avean reti, e non mica in pantano;
E ciascheduna in mano un bastonetto
     Portava, l’acqua dintorno frugando,
     Talor toccando di quel fiume il letto;