Pagina:Cagna - Un bel sogno, Barbini, Milano, 1871.djvu/100

Da Wikisource.

— 94 —

non mi ha data la forza di resisterti..... Io pure tentai di non soccombere, ma fui rapidamente sconfitta; l’unico rimorso che mi aggrava la coscienza, si è quello di celare a mamma questo segreto, e t’assicuro che spesse volte allorchè la vedo mesta per la mia mestizia, mi viene una gran voglia di tutto confessarle. — Ella mi perdonerebbe, ne sono certa; mi ama tanto!

«Che hai tu fatto Ermanno di questa povera Laura? Io sono ben stranamente cambiata, giacchè mi rubasti col cuore quel po’ di senno che aveva. — Mentre ti scrivo, sento che ho mille e mille cose a dirti, ma tutte mi attraversano il pensiero senza che io possa afferrarne una.

«Eppure ieri stando in giardino sola per pensare a te, mi venivano in mente un mondo di concetti, e se allora ti avessi scritto, quante belle cose avrei saputo dirti! — Ed ora che sarebbe necessario un aiuto a queste mie povere idee, più nulla; mi succede precisamente come allorquando tu venivi a trovarmi in casa della cugina: prima di vederti avevo gran che da dire; la sola tua presenza mi turbava talmente da togliermi financo la parola.

«Io guardo invano questa penna che mi sta fra le dita come per spronarla a scrivere, ma tu sei entrato nella mia mente, e ne occupasti tutti i punti. — Ho io forse torto se tu distruggi tutti i miei pensieri, se la mia memoria non trova più una di tutte le belle idee che mi nascono nella meditazione? Ma giacchè tu sei causa di questa impotenza sopportane le conseguenze e perdona se non so trovare altra parola di quella che esprime il mio amore: ti amo!...

«Io non vivo che della tua memoria e della speranza di presto rivederti. Non so se torneremo presto a Brescia, ma tu dovresti venirci a trovare in Milano; ieri ancora ho pensato ad una tua visita, e mi parve