Pagina:Cagna - Un bel sogno, Barbini, Milano, 1871.djvu/108

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— Dunque a quel che pare, fai buoni affari?

— Discreti.

— Spero peraltro che ti fermerai qualche giorno qui. — Ho una camera a tua disposizione; eppoi ci divertiremo sai, non dubitare. Davvero che sono ben contento di vederti! in così dire Paolo strinse nuovamente la mano dell’amico.

Salirono entrambi nell’omnibus per piazza del Duomo onde giungere più solleciti a casa; strada facendo la conversazione dei due amici si avviò com’è naturale sul punto più interessante. Paolo per il primo disse:

— Giovedì ricevendo la tua lettera fui molto contento, e siccome non bisogna essere egoisti, così partecipai la notizia a madamigella Laura.

— Davvero? chiese Ermanno scosso a quel nome.

— Certamente, rispose Paolo sorridendo, le mostrai la lettera, e la poverina nel leggerla divenne rossa come brace per la gioia.

— Ma.... interruppe Ermanno; e la madre?

— Eh! via, rispose Paolo con un segno espressivo, non sono già un ragazzo.... consegnai la lettera mentre eravamo soli — Ciò ti sorprenderà, ma io sono più che intimo in casa Ramati, e davvero ti sono grato per avermi tu procurata l’ottima relazione di questa famiglia.

— Vai spesso a trovarli?

— Quasi tutti i giorni; quel signor Ramati è una perla d’uomo, madama è gentilissima; in quanto poi a Laura, essa è tanto buona e bella che non mi sorprende punto se.... Paolo voleva dire di più, ma si accontentò di sorridere maliziosamente fissando Ermanno.

La carrozza si fermò, ed essi discesero incamminandosi verso casa; strada facendo Ermanno parlava poco; l’idea di essere a Milano nella stessa città dov’era