Pagina:Cagna - Un bel sogno, Barbini, Milano, 1871.djvu/119

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Laura non si accorse della di lui confusione, nè avrebbe potuto comprendere perchè vi fosse da far le meraviglie alla vista di quella sontuosità che era per lei divenuta indifferente — Diciamolo pure a suo elogio, ella non ebbe il minimo intendimento di eccitare l’ammirazione del giovane col prestigio di tanto sfarzo. Troppo felice del momento, non seppe neanche comprendere il doloroso silenzio di Ermanno —

In un gabinetto attiguo eravi il pianoforte; Laura andò ad aprirlo ed invitando Ermanno gli disse:

— È tanto tempo che desidero di sentire il bel notturno Al chiaro di luna. Vorre....bbe ella compiacermi?

La giovinetta non aveva saputo superare il momento, ed evitò di parlare ad Ermanno con un accento che lo avrebbe tutto consolato. Ei sedette al piano ed ella gli fu subito accanto appoggiata leggermente sulle di lui spalle.

Ci vengano ora a negare la forza irresistibile dell’arte; ai primi accordi Ermanno sentì modificarsi il suo dolore, e la triste impressione che lo dominava; continuò per pochi istanti a modular frasi melodiche, e quegli accenti dettati dalla fantasia erano come lo sfogo di un dolore che sensibilmente si dilata e svanisce.

L’arte è la natura, l’anima dell’artista; ed appena Ermanno abbandonò la mano al dominio della mente, narrò in concetti musicali la lotta che opprimeva l’anima sua. Quello sfogo tanto necessario, rialzò il suo spirito, man mano egli ripigliava la sua individualità, e riuscì a sperdere completamente le penose impressioni che lo agitavano. Quando ebbe terminato si volse a Laura calmo e sorridente.

Laura non comprese il senso di quelle note, ma ne fu commossa, il suo spirito, erasi totalmente abbando-