Pagina:Cagna - Un bel sogno, Barbini, Milano, 1871.djvu/214

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tiamo a dichiarare essere ella affatto all’oscuro dell’invito mandato ad Ermanno. — Dal momento in cui egli entrò nella sala, la povera giovinetta venne oppressa da sì violenta emozione che la obbligò a starsi seduta. Fu spavento, e rimorso; un rapido sguardo passato sul volto di Ermanno, le fece palese tutta la triste verità.

Con un pretesto trattenne il suo fidanzato al pianoforte tanto per guadagnar tempo, e riaversi del colpo; ma lo sa Iddio se ella pensava a ciò che si dicesse in quel momento.

Ad un tratto Ermanno, lasciato Paolo, portossi al fianco di Laura, e con piglio ardito le disse:

— Mi permetterà madamigella Laura che io le faccia prima i miei ringraziamenti..... poi le mie congratulazioni.

Laura si scosse a quella voce, sorrise balbettò una risposta: ma avrebbe preferito esser sotterra in quel momento.

Ermanno proseguì con fare disinvolto volgendosi a Salviani.

— Ed a lei pure signor Filippo i miei complimenti..... In fede mia, ella ha agito da vero diplomatico; nessuno di noi avrebbe sospettate le sue intenzioni..... Forse neanche madamigella Laura. — Quando mi pervenne la buona nuova, cascai dalle nuvole.....ma bravo ancora, mille volte bravo; ella seppe scegliere il momento. Sì dicendo Ermanno sedette a loro di fronte; il signor Filippo ricambiò di buon grado quei complimenti, l’accento del giovane era sì naturale; ma Laura non s’ingannò punto, ella conobbe lo strazio che celavano quelle parole, e non ardiva ancora alzare lo sguardo.

Filippo, postochè era sopra un piacevole discorso, tentò di proseguirlo indirizzando un elogio a Laura. Er-