Pagina:Cagna - Un bel sogno, Barbini, Milano, 1871.djvu/90

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scino lusinghiero del mondo. — Ma per lei la cosa corre ben diversa; giovane, nuova alle emozioni della vita, ne vagheggia le dolcezze; bella e ricca si accuserà un giorno di essere stata ben sciocca a cercare la luce nelle tenebre. Al primo sorriso di qualche elegante della capitale si scorderà dell’oscuro artista che vive nel fondo di una provincia. Nell’appariscenza dei saloni brillanti a cui le danno largo accesso i suoi pregi, e la sua dote, le svaniranno dalla memoria, financo le mie sembianze, ed un giorno forse incontrandomi cercherà nelle sue reminiscenze per rammentarsi dove e quando mi abbia veduto.

«È doloroso a dirsi! e non pertanto mi abbandono alla corrente per ciò solo che non avrei nè la forza nè la volontà di ritirarmi; mi abbandono al mio sogno, assaporandone tutte le illusioni. — Chissà che un giorno io non mi svegli guarito! Lo spero perchè questa guarigione mi è necessaria; perchè ho bisogno della mia pace per istudiare, giacchè l’arte oramai non ha per me più nessun conforto.

«L’amore immenso della mia povera madre mi lascia ancora un vuoto nell’anima. Io la veggo questa buona donna addolorarsi per la mia mestizia; ella teme che io sia malato, epperciò mi usa mille attenzioni; la sua vita è di affannarsi per cercarmi qualche conforto; ma io non le dirò mai la causa del mio male. Ella sarebbe gelosa di colei che le invola tanta parte del mio affetto. —

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«Passo ora alla seconda parte della mia lettera. Nel breve soggiorno che fecero Laura e sua madre in Brescia ebbimo occasione di parlare di te, e la stessa madama Ramati mi pregò di scriverti onde invitarti a passare da lei per alcuni ritratti. — Il signor Ramati, che forse tu conoscerai abita in via...