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i conti di ventimiglia 7

nel 10021. Questa Marca ebbe in suo dominio per lungo tratto di tempo il contado di Torino e trovavasi limitata dalla Marca di Susa e Monferrato. La sua grande potenza fa piuttosto personale, e causata dalla particolare abilità di quei marchesi e dalle alleanze da loro strette coi sovrani d’Italia e di Provenza.

La Marca di Monferrato, a tal dignità innalzata nel 951 da re Ugo in favore del C.te Aleramo di razza Salica, non ebbe l’importanza delle altre Marche, ma possenti famiglie ne derivarono poi, quali furono quelle dei M.si del Bosco e di Ponzone, quelle del Vasto da cui discesero i M.si di Savona e d’Albenga, poi i Del Caretto ed i M.si di Pareto, Incisa, Saluzzo, Ceva a Busca. Finalmente noi abbiamo la Marca di Toscana e Liguria, la maggiore per distesa di possessi o per posizione militare.

Da questi marchesi derivarono nel x° secolo i Conti di Ventimiglia, come cercheremo di dimostrare e più tardi i M.si d’Este, da cui i M.si Malaspina, Pallavicini, Mazza, Gavi e Parodi come chiaramente ce lo ha dimostrato nelle Antichità Estensi il Muratori. Vediamo ora chi fossero questi Marchesi di Toscana.

Nell’anno 812 signoreggiava in Lucca, allora capitale di Toscana (Luca super universam Tusciae Marchiam caput ab exordio constituta, Arch. Sarzana 1124) on C.te Bonifacio, come dal diploma datoci dal Fiorentini, in cui l’abbate Adelardo missus Imperialis pronunzia un giudizio a Lacca coll’intervento di Bonifacius dux, titolo equivalente a quello di marchese. Nell’anno seguente lo stesso Adelardo

  1. Vedi la lettera del Terraneo al Muratori data dal Bne G. Claretta nelle Memorie storiche su Terraneo ecc., dalla quale risulta la difficoltà di accertare questo punto di storia. La nostra versione è quella del Carutti nel dotto suo scritto su Umberto Biancamano.