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38 e. cais di pierlas

via et supra versus montem la sentenza diceva essere di coloro che in allora ne erano al possesso, quas habuerunt in cambium pro Massatorta, nisi abbas de illis aliud probaverit1.

Ci è parso utile cosa il render conto particolareggiato di questa sentenza, perchè essa ci dà una idea della grande distesa che aveano i possedimenti del Priorato di S. Michele e perchè essa fu di una grande importanza per accertars i suoi vari diritti.

Noi abbiamo ancora su tali questioni una sentenza del 1248 ed una convenzione del 1460.

Altri contrasti pochi anni prima, nel 1174, erano anche stati fra i monaci e un certo Merlo di S. Remo por beni siti in territorio di Vallebuona ed i Consoli di Ventimiglia avean sentenziato in favore dei primi, rappresentati dal priore Gioffredo di Scrocs2. Così pure nel 1192 il priore Alberto area ottenuto un favorevole giudicato contro Corrado Nonclar per una vigna sita in territorio d’Aurignana e per l’usurpazione di una strada alle chiuse dei mulini dell’acqua della Roya alla chiusa dell’isola dei Gorretti3.

Si fu in questo tempo che il conte Ottone di Ventimiglia e Laugiero, abbate di Lorino, fecero una permuta di beni4, che paiono esser stati di un certo rilievo. L’abbate cedeva al conto e l’investira di quanto dal Priorato di S. Michele possedevasi de comptile5 pel contado d’Albenga, dal Rio Armena6 fino alla Prea e dai gioghi al mare, possedimenti che il priorato teneva dalla liberalità (helemosinam)

  1. Doc 23.
  2. Doc. 20.
  3. Doc. 26.
  4. Doc. 21.
  5. Giurisdizione feudale.
  6. Arma.