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getti, e che comprendeva che per l’eseguimento di tali progetti gli era d’uopo poter far calcolo sovra un esercito ben disciplinato, non solo, ma che potesse stare sotto tutti i rapporti a livello degli altri eserciti stanziali europei, cominciò a iniziare delle riforme, delle quali il primo corpo ch’ebbe a risentirne gli effetti si fu appunto quello dell’artiglieria.
Al Lamarmora fu in parte affidata l’opera importante dell’introduzione delle divisate riforme, mentre fu messo a capo della scuola di equitazione stabilita alla Veneria, e fu anche incaricato di provvedere all’ammegliamento delle razze dei cavalli da traino.
Il Lamarmora, col carattere attivo, intraprendente e perseverante che ognun gli conosce, si dette a tutt’uomo all’adempimento di quelle incumbenze, nelle quali riuscì al di là di ogni aspettazione, non trascurando intanto di mettere a profitto tutto quel po’ di tempo che gli rimaneva di libero per istudiare quante novità utili venissero adottate in tulle le armate straniere, e vedere se potessero essere introdotte nella piemontese.
Gli sforzi del futuro ministro della guerra per istruir sè e migliorare l’armata nazionale sono tanto più da apprezzarsi in quanto che, se le riforme di cui egli nella sua sfera si faceva un caldo fautore erano benevise al re, pure incontravano una quantità indicibile d’ostacoli per parte di quei capi, cui tutte le innovazioni erano in orrore, un po’ per pregiudizio, un po’ per non volersi dar la briga d’apprendere cose nuove e di uscire dalla carreggiata. Nonostante, dopo avere operata la rimonta dei cavalli per l’artiglieria, Alfonso Lamarmora organizzò le scuole pei sott’ufficiali e pei soldati, le quali ultime riuscirono della più grande utilità.
Ma le riforme militari per essere radicali e di una vera importanza dovevano essere accompagnate dalle politiche; e queste alla fine s’iniziarono nei 1847 ed aprirono un nuovo e più vasto campo ai soldati subalpini divenuti i propugnatori dell’indipendenza nazionale.
Lamarmora, all’aprirsi della guerra del 1848, ebbe il comando d’una batteria, e si segnalò più volte durante