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nelle nuove elezioni all’unanimità, finchè il disastro di Novara gli fece perdere il suo posto nel Parlamento, per l’avvenuta separazione di Castel S. Giovanni dal territorio dello Stato, e poco dopo anche il posto di professore.
Rientrato di tal guisa nella vita privata si diede a studî tranquilli, scrisse di varî argomenti politici ed economici in vari giornali; finchè nel 1856 pubblicò in due volumi venticinque lettere dirette al conte di Cavour sull’Imposta sopra le rendite e sul capitale in Inghilterra e negli Stati Uniti.
Nell’anno seguente, avendo la Camera eletto una giunta che studiasse questo argomento, il prof. Broglio insieme al professore Boccardo di Genova venne aggregato, quantunque non membro del Parlamento, ai lavori della giunta stessa, lavori che furono poi sospesi dall’incalzare degli eventi politici.
Al principio del 1859 il conte di Cavour radunò una giunta di cospicui cittadini lombardi sotto la presidenza del conte Cesare Giulini, ora senatore del Regno, coll’incarico di fornire al governo opportune informazioni intorno al modo di reggimento da adottarsi in Lombardia, non appena la guerra decidesse in nostro favore della sorte di quella provincia. L’avvocato Broglio fu uno dei più utili membri di quella giunta.
Non sì tosto la battaglia di Magenta ebbe riaperte le porte della città nativa al nostro protagonista, che questi si affrettò a rientrarvi e fu dal governatore Vigliani pregato di assumere la direzione del giornale ufficiale La Lombardia. Nei mesi successivi fu eletto dal governo del Re membro di una giunta consultiva in materia di finanze e d’imposte, e pei servigî da lui prestati in tale qualità venne decorato della croce di cavaliere Mauriziano.
Dopo la pace di Villafranca gli venne offerto dal ministero Rattazzi il posto di segretario generale al ministero delle finanze, ma per ragioni pubbliche e private non si credette in grado di doverlo accettare.
Candidato nelle elezioni parlamentari del 1860 pei collegi di S. Cassano e di Rivergaro, non riuscì eletto. In