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quell’anno stesso pubblicò un volumetto di Studi costituzionali che gli fece onore. Nelle elezioni generali del 1861 fu eletto, dopo viva lotta, a rappresentante del collegio di Lonato-Desenzano.

La di lui parola alla Camera, sopratutto in materie economiche e amministrative, è molto autorevole.





Nato in Brescia, nel 1819 dal conte Gaetano e dalla contessa Lavinia Callini, studiò in seno alla propria famiglia, educando l’animo di buon’ora a nobili e patriotici sentimenti.

Intorno a questo deputato noi troviamo del resto sull’Indicatore bresciano in data del 17 gennajo 1861 una notizia biografica redatta con tutta imparzialità, che ci sembra opportuno di qui riferire per intero.

«Il nome del conte Bernardo Maggi — dice l’Indicatore — ci riporta col pensiero alle lotte più gagliarde del comune bresciano ne’ splendidi tempi del medio evo; ci porge insieme un esempio dell’alleanza del nostro patriziato colle idee del liberalismo moderno, coi sentimenti democratici dell’epoca in cui viviamo. Dell’aristocrazia il conte Bernardo Maggi serbò la dignità repudiandone l’arroganza e l’albagia; mantenne quell’espansione benevolente e famigliare che abbella a tanto le consuetudini e i molti contatti inseparabili da chi nacque da illustre casato. E per queste due tendenze larghe e liberali il Maggi nel movimento del 1848 e negli anni successivi fu quasi in uggia ad una parte del nostro patriziato, che non sapeagli grado della sua domestichezza colla borghesia giovane e militante nelle file della democrazia. È parimente onore incontrastabile del conte Maggi quello di essersi costantemente serbalo ne’ dieci anni della ribadita dominazione straniera, vergine d’ogni contatto cogli arciduchi e funzionari austriaci, d’aver protestato senza posa contro qualsiasi transazione cogli absburghesi.