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fornito di molte cognizioni e di molto sapere, furono le riverenze alle persone dotte e sapienti, una devozione agli svariati argomenti di lettere ed arti informati al bello classico e ragionevole, donde poi le scritture sue decorose di degnità sì in prosa che in verso, vuoi serio, vuoi faceto, un amore di possedere e di conservare i documenti degli studî e degli studiosi; ornarne le biblioteche e i musei, e quel suo arrendersi a chiunque lo invitasse a qualche opera utile, e quel suo essere dappertutto dove carità di prossimo alla città o al privato si richiedesse. I tempi, per disavventura strani, erano propri al nobile suo carattere. Io non suo famigliare, non suo cliente, non ausato al suo palazzo, non facile a lodare, astinente da servitù e da ossequi, non dubito di affermare che il Panegirico da lui scritto al proprio genitore in quella Visione si potrà un dì ristampare con giustizia al suo indirizzo.

Come il padre al duca Ferdinando in favore di Du-Tillot che aveva fatto di Parma una piccola Atene e in riconoscenza ebbe diffamazione e povertà (premio non ancor disusato alle virtù), egli alla duchessa Maria Luigia austriaca patrocinò in favore de’ sudditi, la conservazione di que’ beni che una setta nemica dei popoli e opprimitrice de’ principi, prima tentò, poi misesi a disfare. Fido cavaliere a quella signora nei dì pericolosi non l’abbandonò, ma non la tacque ciò che tutti sforzavansi di tenerle occulto, e taluno rappresentavale diverso o ingannato, o ingannatore. Non giovò, e maturavano i tempi in cui il consigliere leale dovesse mescolarsi agli oppressi per salvarli da maggiori disastri. Intanto, avvegnachè meno corruttibili e meno disfacibili sono le buone inclinazioni de’ popoli se siano le parti volgari educate all’amore del vero, dell’ordine e della giustizia, come il padre suo con pecunia propria alle sue terre, egli colla propria e coll’altrui promosse con vittoria di molti ostacoli in Parma, gli asili per educazione della povera infanzia, la casa della Provvidenza in cui per gli allevati dagli asili le arti manuali aggiungevano all’intellettiva morale l’opera moralissima della mano che discaccia l’ozio fonte ed incitamento di perversità: e dove l’e-