Pagina:Calani - Il Parlamento del Regno d'Italia, vol 2.pdf/315

Da Wikisource.

– 701 –

sincero e libero il vero, ma parve carità pelosa e tranello ai sollicitati. Il marchese Landi aveva rinforzata la risposta col personnes respectables assurent; e quindi il conte è compatibile se credette ciò che credere era male. I Piacentini fecero la famosa soscrizione dei 406 il dì 30 giugno e la porsero al Landi, ma sa Dio che cos’abbia scritto al conte egli che pur la ricevette. Sanvitale parlava come i 406, e diceva qualche cosa più, ma egli era troppo moderno; Mistrali ministro parlava con maggiore autorità, ma aveva fama di giacobino: quindi le cose camminarono alla peggio finchè la Duchessa finì la vita dichiarando che amato avea il suo ducato, e che se qualche male era caduto, d’impotenza a frenarlo, d’inganno patito, sè accusava. La luce s’era fatta anche in lei, ma era tardo, e le redenzioni dovevano aversi dal cielo; e i popoli che libera l’aveano trovata buona, si ristettero di accagionarla delle disgrazie che lei non libera o insciente, caddero sopra di loro. Farini che raccolse all’Italia i Ducati e le Romagne non dissimulò di quella Principessa il giusto elogio che le si doveva.

La contessa Albertina partecipante col marito ai sentimenti giustissimi della sua città, accettava dal Conte che i suoi figliuoli fossero educati ed instruiti in casa, e piena di sollecitudine perchè la prole fosse allevata degna di lei e del marito non intermise atto che indebolisse gli effetti dei disegni dell’educatore. A questo incidente sono venuto per notificare che agli agi e al rispetto per gli studî civili di casa Sanvitale si devono i primordi di una invenzione di fisica applicativa che ha fatto molto parlare in Italia, e che recherà giovamento considerevole alle comunicazioni di ogni genere prosperevoli de’ popoli qual è quella del Pantelegrafo dell’abate Caselli. Quel buon prete che fu l’aio e il precettore dei figliuoli del conte Luigi Sanvitale, poichè malato della scienza che redime i popoli dalle menzogne, dovette nel governo succeduto a quello della duchessa Maria Luigia andare a proseguire altrove i suoi tentativi e le sue esperienze, abbandonare i giovinetti a lui affidati, staccarsi della famiglia divenutagli amica e cedere così all’inquietezza