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vizio, d’abituarsi talmente alle severe norme che la disciplina rigorosamente prescrive, da non credere essergli lecito di dire il parer suo intorno alle disposizioni dei propri superiori e di dirlo al pubblico per le stampe, in un lungo articolo da esso inserito sul giornale La Stampa, prese a criticare la serie di misure e di provvedimenti, mediante i quali il generale Lamarmora, già da due anni, si era proposto senza troppo venirne a capo di recidere le teste a quell’idra schifosa.

Noi non possiamo approvare il passo fatto dal Guerrieri, che non gli era assolutamente lecito fintantochè indossava la militare divisa. Dove anderemmo noi, se agli ufficiali fosse permesso di biasimare pubblica mente l’operato dei loro superiori? Sarebbe egli possibile di mantenere quella disciplina, senza la quale non può esservi esercito?

Vero è che il capitano Guerrieri-Gonzaga dette poco tempo dopo la propria dimissione; ma sembra a noi ch’egli avrebbe dovuto cominciare dal dar questa, e poi metter fuora le sue critiche segnandole del proprio nome.

Dopo di ciò il Guerrieri-Gonzaga ha voluto essere deputato, ed è riuscito a farsi eleggere al secondo scrutinio dal collegio elettorale di Guastalla. Altro non possiamo dire di lui, mentre scriviamo queste linee il giorno stesso in cui egli ha prestato giuramento.



senatore.


Noi abbiamo più volte avuta l’occasione di esprimere il nostro avviso intorno all’utilità di un opposizione parlamentare savia, moderata, proponentesi seriamente uno scopo, ed adoperantesi energicamente a raggiungerlo.

L’opposizione che ci dispiace, e che stimiamo inutile, oziosa e peggio è l’opposizione sistematica che