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Come ebbe a dire nella prefazione aggiunta al libro per la ristampa fattane in Torino, «vedendo egli che viveva sul luogo citiamo le sue parole quanta materia vi fosse di giusta critica, e di quanto danno tornassero le esagerazioni che, poste in evidenza dai difensori del governo, toglievano il credito anche alle verità, deliberò di voler far conoscere lo stato reale del regno Lombardo-Veneto, citando in prova fatti così particolarizzati, che non avrebbero temuta la contradizione. Per questo decise seco stesso di narrare, senza esitanza e senza velo, quanto più poteva nuocere a quel governo, ma in pari tempo si impose il più scrupoloso dovere di pesare ogni fatto e ogni circostanza che adduceva, non ammettendola se non era stata verificata da sè stesso, o ricavata da fonte sicurissima».

Dei consigli che in quel lavoro porgeva ai suoi compatriotti, onde pervenire a cavarsi dalla soggezione straniera, quello di compilare un giornale nazionale italiano, che avesse a fare il racconto continuo dei fatti contemporanei, scritto senza fiele e segnatamente senza esagerazione, fu seguito dal De-Boni, il quale appunto dette fuori in Losanna, nell’agosto del 1846, una cronaca di quella specie. Se non che in essa il suo compilatore cominciò a mettere in troppa evidenza le opinioni personali perchè potesse realmente dirsi l’effettuazione del progetto del Torelli, il quale intendeva che la servisse unicamente è semplicemente a raccogliere e narrare con tutta imparzialità gli avvenimenti del tempo. Più tardi il Piccolo Corriere d’Italia, creato dal La-Farina, camminò meglio sulle orme indicate, e servì, come ognun ricorda, perfettamente allo scopo.

Quello che riscontriamo pure d’assai notevole nel libro modestamente intitolato Pensieri sull’Italia si è il giudizio portato dal chiaro autore sul dominio temporale dei papi.

La condanna ch’ei ne fa nella prima edizione, viene ampiamente confermata dal commento aggiuntole nella seconda, in cui tratta a fondo tale questione per noi vitalissima.

Non possiamo trattenerci dal riprodurre il disegno di soluzione ch’ei propone; quel disegno si direbbe