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ai differenti rapporti che passarono tra l’autorità militare e la civile tra i giorni 21 e 22.

«Ma questi rapporti non furono punto sostanzialmente mutati,

«Nel giorno 21 il questore diresse al Comando militare del circondario le sue richieste per aver truppe a sua disposizione com’è regolarmente prescritto. Nel giorno 22 invece di dirigersi perciò al detto Comando si rivolse al Gran Comando. Ecco assolutamente tutta la differenza. E ciò perchè? Perchè questo era stato un accordo preso col ministro della guerra sia a cagione dell’eccezionale gravità della circostanza, sia sopratutto perchè le truppe chiamate dal campo in Torino, comecchè fossero ancora costituite in corpo di armata, epperò non parte sufficiente del presidio della città, non trovavansi nella dipendenza del comando del circondario bensì in quella superiore del Gran Comando. Ed in tuttociò si puó trovare anche una semplice induzione nel senso che gli onorevoli ex-ministri vorrebbero?

«Per sostenere maggiormente il proprio asserto gli onorevoli ex-ministri dopo citate alcune disposizioni di legge e di regolamenti, circa rapporti dell’autorità politica colla militare, in caso di disordini, dicono che se queste disposizioni furono puntualmente osservate nel 21 più nol fossero state nel 22, poichè: 1.º fino dal mattino del 22 senza aspettare richieste veruna dalla Questura io disposi le truppe sui vari punti della città, e ne dava partecipazione al ministro dell’Interno e colla Questura; -2.º alle 8 1/4 antimeridiane del 22 io scriveva al ministro della Guerra, lamentando che il delegato promessomi dal ministro dell’Interno non fosse per anco comparso; 3.° più tardi io scriveva al questore chiedendogli ufficiali di pubblica sicurezza per continuare le pattuglie aggiungendogli la preghiera di far visitare le case di tolleranza e degli affitta-letti; — 4.º perchè il questore nel trasmettere al Gran Comando una richiesta fattagli dalla società del gaz ebbe a pregarmi quando concorressi nello stesso avviso suo di mandare in vigilanza del gazometro un competente numero di soldati; 5.° ed