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tantissima innovazione introdotta dal Ridolfi in Toscana, non fu la sola ch’egli ebbe ad acquistarsi; in quantochè quegli avvenimenti politici che egli prevedeva dovessero un giorno cangiare i destini della patria italiana, sopraggiunsero alfine, e lo posero tosto come era giustizia in evidenza.

Tanto che, non appena il Granduca di Toscana, sopraffatto da quell’improvviso mutamento nei rapporti esistenti fino a quel di, tra i sovrani ed i popoli, ebbe a fare quello, che toccò a far pure, con qual animo Dio lo sa, a Ferdinando II di Napoli, di concedere, cioè, una costituzione che il Ridolfi venne designato immediatamente, e quasi diremmo collocato dall’opinione pubblica alla testa di un gabinetto ministeriale.

Le qualità del Ridolfi noi lo abbiamo già detto a principio di questo cenno, erano e sono a più di un titolo eminenti; e certo, se in quel momento un uomo poteva con autorità assumere il potere in Toscana quest’uomo era appunto il Ridolfi. Ma le difficoltà dei tempi erano grandi e tali, che per superarle non ba stava soltanto l’altezza dei criterio e la purezza degli intendimenti, ma sibbene anche una presenza di spi rito, ed una energia di carattere, quale appunto si esigono a sostenere con esito sicuro, nella via nella quale uno si è messo, il naviglio dello Stato.

Sul principio, quando gli animi commossi dalla ma ravigliosa prontezza colla quale si camminava di giorno in giorno più sicuramente verso un avvenire che pochi di prima appariva remotissimo, il ministero presieduto dal’ marchese Ridolfi, ebbe ancora facile il compito, inquantochè gli oppositori non esistevano o se esiste vano, si tenevano celati.

Ma quando si fu fatti un po’ a quel nuovo ordine di cose, e che la subitanea gioja e l’entusiasmo dei primi istanti furono svaniti, quelli che vogliono sempre il più e che sono dichiarati nemici del bene, colla pretesa di conseguire il meglio, saltarono fuora da ogni parte e si misero a cacciar bastoni nella ruota della macchina politica guidata dal Ridolfi. E questi, che non erasi aspettato a quella manovra, e allo strepito villano degli schiamazzatori di piazza, invece di tenere