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La modestia è una virtù, senza alcun dubbio, ma spinta tropp’oltre può degenerare in vizio, o almeno servire a nascondere un vizio, e noi diciamo che ciò appunto accade non raramente in Toscana. Dappoichè non vi è paese che in una certa classe si ami più il dolce far niente di quello che si ami in Toscana, e siccome questo dolce far niente si comprende, da chi non è addirittura un idiota, essere una colpa verso la Società, così lo si mette troppo spesso e troppo volontieri sul conto della modestia.

Dio sa se quell’apatia che incontestabilmente viene a buon dritto rinfacciata a quest’ora ai Toscani, apatia che dà così bel giuoco ai Paolotti e ai granduchisti, non ha le sue radici in quella falsa modestia.

Ma il marchese Torrigiani ha date tali prove di operosità in ogni buona ed utile impresa, ch’è più che certo la sua modestia dover essere giudicata, com’è giudicata in effetto, di natura schietta e purissima.

Ad ogni modo egli è senatore; e non si è tratto addietro per divenirlo; e in quell’assemblea un personaggio di criterio e di buon consiglio quale appunto egli è può rendere eccellenti servigi al paese e siamo persuasi che li renderà.


deputato.


Percorrendo l’istoria de’ numerosi torbidi e delle infinite rivoluzioni della contea di Nizza, presa e ripresa or dai Romani or dai barbari, poi nel X secolo dalle armate pontificie, dalla casa Angioina e da quella di Savoja, percorrendo, diciam noi, la lunga sterminata sequela di quei rovesci e di quelle guerre intestine, tra i nomi celebri e tanti titoli, il diligente investigatore distinguerà senz’alcun dubbio il nome dei Laurenti Robaudi.

D’età in età si vedranno i portatori di questo nome occupar sempre le più alte posizioni civili e militari.

Un Andrea Robaudi nel principio dell’XI secolo ve-