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fico del nostro protagonista, che fu pubblicato in Casalmaggiore per cura della presidenza del circolo patriottico Garibaldi, quando questo circolo propugnò la candidatura del Castiglioni a deputato, crediamo doverne citare alcuni periodi, facendovi quelle aggiunte od emendamenti che informazioni attinte a sicurissima fonte ne danno modo di recarvi.

«Non bastando al Castiglioni di predicare — così si esprime il redattore di quei cenni — volle rendersi d’esempio e partiva pel campo qual chirurgo d’armata, nominato sul finir di maggio dal governo provvisorio, e fu fortunato di assistere ai brillanti fatti d’arme di Santa Lucia, Goito e Pastrengo, ed in fine nella ritirata a Milano fu nominato medico capo di due sale ed il 4 agosto dirigente un’ambulanza ed aggregato all’esercito piemontese, che, ritiratosi il 6 al di là del Ticino a cagione dell’armistizio Salasco, fu abbandonato dal Castiglioni il 9 agosto a Novara, d’onde date le proprie dimissioni, sfiduciato si recava in Isvizzera.»

Ci consta che il Castiglioni fu invitato non solo a rimanere nell’esercito, ma che gli fu anche offerta una promozione ch’ei non credette dovere accettare.

«Avvicinatasi l’epoca di riprender le armi, non rimase indifferente, e chiesto d’entrare al servizio attivo, fu nominato il 10 marzo 1849 chirurgo maggiore dello Stato maggiore, e poscia addotto all’artiglieria, e nelle battaglie della Sforzesca e di Novara ottenne la menzione onorevole.»

Non crediamo inutile d’aggiungere che questa distinzione ei la conseguì più specialmente per aver diretta l’ambulanza della 3.ª divisione, che trovavasi sprovvista di medici in aspettazione delle nuove nomine. Da Novara ritirandosi, per ordine dello Stato maggiore, verso Domodossola, comandò l’ambulanza della sua divisione che trasportava gran numero di ufficiali feriti ed era seguita da qualche migliaja di sbandati dei diversi corpi rimasti senza ufficiali.

Piantò nel ritorno l’ospedale militare provvisorio di Santhià, e dopo aver ricondotto in buon ordine fino alle rive della Sesia tutti i suoi, fu chiamato a direttore provvisorio dell’Ospedale militare in Ivrea.