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Figlio di quell’avvocato Giovan Battista Cornero tanto benemerito della patria italiana e nel cui studio praticarono i Rattazzi, i Chiaves, i Bernardi ecc., e di Francesca Caselli, Giuseppe è nato in Alessandria il 9 aprile del 1812.

Compiti gli studî universitarî legali, addottorandosi nel 1833 in Torino, si rattenne tuttavia dall’esercitare la professione e si occupò invece con tutto il fervore di giovare alla patria sofferente coll’adoperarsi, coadjuvato da illustri amici, a promuovere l’instaurazione delle franchigie costituzionali e il nazionale riscatto.

Ma a dare un’idea ben chiara della parte avuta dal nostro protagonista fin dalla più tenera età al movimento italiano, crediamo far cosa grata ai lettori, citando qui un documento, estratto da quell’Archivio triennale delle cose d’Italia, compilato dal Cattaneo, documento che, pochissimo noto qual è, serve anche a gettare luce su interessantissimi fatti dell’istoria contemporanea.

«Giuseppe Cornero ai redattori dell’Archivio triennale.

«Poichè nel vostro primo volume dell’Archivio istorico vi piacque trarre dall’oscurità il mio nome e la mia persona, facendone soggetto e titolo di due numeri (40 e 41), è diritto che mi concediate ed aggiungiate ai medesimi alcune rettificazioni, senza le quali mi rimarrebbe taccia d’uomo sleale e raggiratore; ed alcuni fatti che vi assumete illustrare ne verrebbero compiutamente falsati.

«Il signor Aurelio Saffi, dopo aver detto nel N.° 39 che: Azeglio mandava un suo adepto in Romagna a calmare le ire insorgenti, con nuove promesse e discorsi rivoluzionari fingendo, imminente una crisi radicale in Piemonte se il Re non troncava gl’indugi, dice poi nel N.° 40 che: la persona inviata dall’Azeglio fu un certo Cornero, che affettava sentimenti