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fracassata una spalla, ferita gravissima e che per poco non privava l’Italia di sì ardente patriota, ferita che obbligandolo per lungo tempo al letto e ad un assoluto riposo gli ha impedito di prendere agli ultimi avvenimenti militari dell’Italia meridionale quella cospicua parte che senza dubbio l’illustre nostro protagonista avrebbevi esercitata.

Garibaldi, che gli avea posto moltissimo affetto, durante tutto il tempo che dimorò in Palermo si recò spessissimo a vederlo, lo nominò poscia ispettore generale della cavalleria siciliana, ed in seguito maggior generale dell’esercito meridionale.

Anche l’eroico nostro sovrano, quando si portò a visitare la nuova gemma onde adornavasi la sua splendida corona di Re d’Italia, la generosa capitale della Sicilia, chiamò a sè il Carini, e lo volle al suo fianco durante il breve soggiorno ch’egli fece colà.

Il quarto collegio di Palermo ha eletto così nobile patriota a proprio rappresentante in seno al primo Parlamento italiano.





Nato a Novara il 31 maggio 1789 da Pietro Ambrogio e dalla signora Tornielli dei conti di Vergano, studiò legge nell’università di Pavia, ove ebbe laurea nel 1811.

Intrapresa la carriera amministrativa come alunno nella prefettura del dipartimento d’Agogna sotto il regno d’Italia Napoleonico, fu nominato nel 1817 vice-intendente generale nella divisione di Genova, quindi promosso due anni dopo ad intendente della provincia di Pinerolo, poscia nel 1824 creato consigliere presso la regia commissione di liquidazione in Torino.

Insignito nel 1828 del titolo, grado ed anzianità di intendente generale, fu nominato regio commissario presso la commissione diplomatica riunita in Milano, ad eseguire le disposizioni dell’atto finale del troppo