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Pagina:Calani - Il Parlamento del Regno d'Italia.pdf/568

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fessore nel collegio in cui era educato, ed a diciotto, preso l’abito clericale, recossi in Palermo, ove concorse al premio di 5200 franchi, istituito da monsignore De Giovanni, per un esperimento sulla lingua greca e latina, sulla storia sacra e siciliana, uscendone vincitore. Fissato quindi il suo domicilio in quella capitale, concorse nel 1857 alla cattedra di aritmetica ed algebra di quell’università con felice successo, benchè per servigî resi antecedentemente gli fosse preferito il suo competitore dottor Nicolò Cervella.

Da quel tempo prese a coltivare le lingue orientali e ottenne anche per concorso la cattedra di lingua ebraica e interpretazione della sacra scrittura nella medesima università di Palermo, con gran concorso di giovani fino al gennajo del 1848, in cui scoppiò la rivoluzione siciliana.

L’Ugdolena, noto pei suoi patrî sentimenti e per i larghi e liberali principî politici che anche dalla cattedra non si era ristato dal professare, fu chiamato a sedere nel comitato rivoluzionario, essendo anzi in quello stato nominato vice-presidente pel ramo della giustizia, sicurezza pubblica e culto. Sedette poi in quel Parlamento qual deputato dell’università di Palermo, che per l’antica costituzione dell’isola aveva diritto di mandarvi due rappresentanti; fu uno dei principali promotori del decreto 13 aprile col quale fu dichiarata la decadenza di Ferdinando II e della sua dinastia dal trono siculo, e venne poco dopo nominato da Ruggiero Settimo, dall’illustre presidente allora del governo dell’isola, ed adesso del senato del regno italiano, cappellano maggiore del regno siculo.

Ristorato il governo borbonico nel 1849, l’Ugdolena fu privato della cattedra e fatto segno alle più incessanti persecuzioni della polizia. Imprigionalo dapprima nel castello di Santa Caterina nell’isoletta di Favignana, fu costretto a dimorare poscia per ben due anni confinato in quella stessa isola, e quindi inviato pure a confine, successivamente nelle città di Mazzara, Marsala e di Termini, fintantochè, vinta dalle armate occidentali la guerra di Crimea, e subentrato in Napoli all’efferato Mazza il ministro Bianchini, l’Ugdo-