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camera dei deputati, continuò il conte Colobiano come gran dignitario dell’ordine a far parte del supremo consiglio del quale per scelta del re fu sovente il preside annuale.

Il suo attaccamento alla patria, alla dinastia, alla religione, gli valsero sempre frequenti onorevoli missioni, in forza delle quali fu procuratore del re per le cose d’Altacomba e di Roma, incaricato di parecchi famigliari ufficî colla corte imperiale del Brasile, conservatore della casa di S. A. R. il duca di Genova, decurione della città di Torino, di Novara ecc., riportando in tutti questi diversi incarichi alte prove della considerazione dei sovrani coi quali si mise in rapporto, mentre, oltre all’essere il conte Colobiano gran cordone e gran dignitario dell’ordine dei santi Maurizio e Lazzaro, è cavaliere dell’ordine militare di Savoja, e fregiato della gran croce dell’ordine della legion d’onore e di molte altre estere decorazioni.

Gentile di modi, d’indole mite e benefica, durato sempre agli antichi suoi amici in qualunque grado e condizione essi si trovino, vive ora nell’amore e nella speranza dei suoi figli, due dei quali, Ferdinando e Vittorio, militano con distinzione nelle file dell’esercito italiano, il terzo ha abbracciato la carriera diplomatica, e l’ultimo sta per compiere gli studî universitarî.





È nato in Cajazzo da Gaetano e Margherita Sparano, sebbene sia stato portato a battezzare in Capua onde conservargli i privilegi che la famiglia ivi godeva.

Fece i suoi studi nel Seminario di Capua nel quale entrò nel 1812; ne uscì nel 1818 per recarsi in Napoli a seguire le discipline legali in quella celebre università, sotto la direzione dell’egregio Domenico Capitelli, che nel 1848 ebbe l’insigne onore di presiedere il Parlamento napoletano.

Di animo bollente di patrio amore, il Garofano si