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30Ch’ei non t’inganni; e se pur ride, trallo.
S’ei vuol baciar, t’arretra, il bacio è fello,
E son venen le labbra. E s’ei dicesse:
Prendi, ch’io t’offro in don tutte quest’armi;
Tu nulla non toccar, che i doni suoi
35Son tutti inganno, e son di foco infetti.
EUROPA
Idillio II.
Già Venere ad Europa un dolce sogno
Nella terza vigilia della notte
Spedì vicino all’alba, allorchè il sonno
Più soave del mel sulle palpebre
5Siede, e le membra rilassando, in molle
Laccio ritiene avviluppati i lumi,
Quando lo stuol de’ veritieri sogni
Va spaziando. Allor nell’alte stanze
Dormendo Europa di Fenice figlia,
10Che vergine era ancor, veder le parve
Per sua cagion due Regioni in guerra
In sembianza di donne, quella d’Asia,
E quella opposta. Una a vederla estrania,
L’altra parea del suo terrea natía,
15E maggior lite avea per la donzella
Dicendo, ch’era a lei nutrice, e madre.
L’altra afferrò con man robuste Europa,
E lei non ripugnante a se rapìo,
Dicendo esser nei fati, che da Giove
20Egidarmato le si rechi in dono.
Ella affannata e palpitante il core
Balzò dal letto, che pareale il sogno
Verace visïon. Ben lunga pezza
Sedendo taciturna, ambe le donne
25Negli occhi, benchè aperti, avea tuttora.