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carezze. Temira venne a gara con Amarilli, ma fu talmente sconfitta che cadde in deliquio e la trassero svenuta fuori della lizza. Nè le fu di conforto che la sua vincitrice avesse già sgarato il Mollo, perchè le donne credono lor proprio il dono fatidico dell’improvviso.

Teresa Bandettini era nata in Lucca il 12 agosto 1763 e spirò la notte tra il 5 e il 6 aprile del 1837. Mortole il padre otto giorni dopo la sua nascita, rimase in cura di Maria Alba Micheli sua madre. Il Petrarca, il Tasso e Dante le rivelarono il suo genio poetico. Datasi, per vivere, al ballo, tra una danza e l’altra leggeva la Divina Commedia. Esordì a Bastia, dove la chiamavano La Ballerina letterata e fu dal generale Marboeuf avviata alla conoscenza delle lettere francesi. Ballò poi a Firenze, a Bologna, a Venezia, ove fu tentata invano d’amore da Giovanni Pindemonte e da Alberto Fortis. Non era bella; ma


I caldi occhi movean voci e parole,


come cantò un senatore bolognese, ed il Cerretti che s’ideò di rispondere a quello sfavillìo, lanciandole un motto ardito all’orecchio, n’ebbe in cambio uno schiaffo. Ella sposò un suo concittadino, Pietro Landucci; abbandonò poi il teatro e si diede all’improvvisare.

Il Fornaciari racconta che ella non avea il gesto aggraziato nè voce chiara: non bella: e tuttavia il suo fascino era irresistibile, e piacean senza fine

Gl’incolti fior che del Parnaso in vetta
Nascean, figli dell’estro e dell’istante.